Oggi, 77 anni fa, l'8 maggio 1945, l'Europa festeggiava una triste vittoria, la vittoria sulla guerra. Si poneva fine alla follia nazista e agli orrori del secondo conflitto mondiale. Un giorno di festa e di lutto, di gioia e di dolore. Di sollievo, finalmente, ma anche di domande senza risposta.
77 anni dopo, sembrerebbe quasi normale vivere in pace
Eppure, in quei giorni si respirava un'aria diversa, un'aria di speranza e di incertezza allo stesso tempo. Uscire da un conflitto che aveva causato milioni di morti in Europa, e nel mondo, non poteva lasciare indenni. Si chiamava 'vittoria', ma la pace non è stata immediata. C'erano ancora ferite aperte, città distrutte, famiglie da ritrovare e lutti da elaborare.
Eravamo stanchi di guerre, o almeno così credevamo. Eppure, ancora oggi, in questo 2023, la guerra è ancora presente nel nostro mondo. Basti pensare all'Ucraina, alle violenze che da quasi 9 mesi stanno insanguinando l'Europa e che hanno riaperto ferite che pensavamo fossero ormai cicatrizzate.
Forse, l'umanità non è ancora pronta
Forse, anche oggi, non siamo ancora consapevoli del valore della pace. Forse diamo le cose per scontate, forse non siamo abbastanza grati di quello che abbiamo. Forse non siamo ancora abbastanza umani.
Non serve però puntare il dito contro nessuno
Serve invece interrogarsi, prendere coscienza, riflettere sul passato e sul presente, essere consapevoli che le guerre non nascono dal nulla, che le guerre sono frutto dell'odio, dell'intolleranza, della violenza. Le guerre sono figlie della disumanità.
Ricordare i soldati caduti, i civili uccisi, le famiglie distrutte. Ricordare l'orrore della guerra, perché solo ricordando possiamo evitare che accada di nuovo. Solo tenendo viva la memoria possiamo costruire un futuro migliore.
E allora, oggi, 8 maggio 2023, celebriamo la fine di una guerra e preghiamo perché sia davvero l'ultima.