Acidente truculento




Una folla di persone si radunò intorno al luogo dell'incidente, ronzando come mosche attorno a un cumulo di letame. C'era un forte odore di gomma bruciata nell'aria, mescolato al sangue e al metallo contorto. Al centro della scena c'era una macchina distrutta, ridotta a un ammasso informe di lamiera. Un vigile del fuoco stava usando le pinze idrauliche per liberare un uomo intrappolato tra le lamiere.

Gli spettatori bisbigliavano tra loro, sussurrando voci sul fatto che il conducente fosse ubriaco o drogato. Alcuni scuotevano la testa con disapprovazione, mentre altri guardavano con orrore. Io, invece, mi sentivo semplicemente triste. Non conoscevo il conducente, ma non potevo fare a meno di provare pena per lui.

Sapevo fin troppo bene cosa significasse essere coinvolti in un incidente stradale. Anni fa, io stesso ero rimasto ferito in un gravissimo incidente. Mi ero rotto diverse ossa e avevo dovuto subire numerosi interventi chirurgici. Per mesi non avevo potuto camminare, e ancora oggi soffro di dolori cronici.

Non auguro a nessuno di dover passare quello che ho passato io. È un'esperienza terribile, che ti cambia la vita per sempre. Spero solo che il conducente di quell'auto riesca a sopravvivere e a riprendersi fisicamente e psicologicamente da questo incidente.

La folla si stava lentamente disperdendo, e io mi preparavo ad andarmene quando ho notato un dettaglio straziante. Tra i rottami della macchina c'era un seggiolino per bambini. Era rosso e giallo, e aveva stampato sopra un disegno di un leone sorridente. Mi sono avvicinato lentamente e ho raccolto il seggiolino. Era vuoto, ma aveva un piccolo orsacchiotto di peluche incastrato tra i braccioli.

Ho stretto l'orsacchiotto tra le mani e ho chiuso gli occhi. Potevo immaginare un bambino piccolo seduto in quel seggiolino, felice e spensierato. E poi, in un attimo, tutto era cambiato. L'incidente aveva strappato quel bambino alla sua famiglia e ai suoi amici.

Mi sono allontanato dal luogo dell'incidente, portando con me l'orsacchiotto. Non sapevo cosa ne avrei fatto, ma sentivo di dover fare qualcosa. Forse lo avrei donato a un ospedale pediatrico, o forse lo avrei tenuto come un promemoria del bambino che era stato ucciso in quell'incidente.

Quell'incidente mi ha ricordato quanto sia preziosa la vita. È un dono che non dovremmo mai dare per scontato. Dobbiamo apprezzare ogni momento che abbiamo con le persone che amiamo, perché non sappiamo mai quando potrebbero essere strappate via da noi.

Guida con attenzione. Sii gentile con gli altri. E ricorda che la vita è un dono prezioso.