Auschwitz: Il luogo dove la speranza è morta




Ho sempre creduto che il male fosse qualcosa di astratto, una forza impersonale che agisse nel mondo. Ma quando ho visitato Auschwitz, ho capito che il male ha un volto umano.
Le baracche, i forni crematori, i recinti di filo spinato... tutto parlava di sofferenza, di morte, di un abisso di crudeltà che mi riempiva di orrore e di vergogna.
Mentre camminavo tra le rovine, ho pensato a tutti coloro che erano morti qui, le loro vite spezzate, i loro sogni distrutti. Ho pensato alle loro famiglie, ai loro amici, a tutte le persone che avevano perso per sempre.
Ad Auschwitz, la speranza è morta. È morta nei cuori di milioni di persone, è morta nelle menti degli assassini e dei loro complici. È morta nelle anime di coloro che hanno chiuso gli occhi di fronte all'orrore, di coloro che hanno permesso che questo accadesse.
Ma la speranza non è completamente scomparsa. È viva in noi, in coloro che si rifiutano di dimenticare, in coloro che lottano contro l'odio e l'intolleranza, in coloro che credono in un mondo migliore.
Auschwitz è un luogo di dolore, ma è anche un luogo di memoria. È il luogo dove il male ha trionfato, ma è anche il luogo dove la speranza è rinata.
Non dobbiamo mai dimenticare Auschwitz. Dobbiamo ricordare le vittime, dobbiamo ricordare gli assassini e dobbiamo ricordare le nostre responsabilità. Dobbiamo lottare contro l'odio, l'intolleranza e la violenza.
Dobbiamo costruire un mondo in cui Auschwitz non possa mai più accadere.