Avviso di garanzia Meloni
L'avviso di garanzia della Procura di Roma nei confronti di Giorgia Meloni è un atto molto grave, che non può essere liquidato frettolosamente come una semplice manovra politica. Innanzitutto, perché è l'ennesimo tentativo di mettere in difficoltà il governo, già alle prese con mille difficoltà. Ma, soprattutto, perché tocca un nervo scoperto della nostra democrazia: la libertà di espressione.
Ormai è chiaro che la Meloni è nel mirino della sinistra, che non le perdona di aver vinto le elezioni e di aver formato un governo di centrodestra. La Procura di Roma, con questo avviso di garanzia, ha fatto un altro passo verso la criminalizzazione della politica. E, purtroppo, non è l'unico caso.
Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una serie di indagini giudiziarie nei confronti di esponenti politici, spesso cavalcate dai media per delegittimare gli avversari. Di solito, queste inchieste si concludono con un nulla di fatto, ma nel frattempo hanno già raggiunto il loro scopo: gettare fango e danneggiare la reputazione delle persone coinvolte.
È il caso, ad esempio, di Matteo Renzi, indagato per il caso Consip, poi archiviato. Oppure di Silvio Berlusconi, condannato in primo grado nel caso Ruby, ma poi assolto in appello. E potremmo continuare con tanti altri casi.
La magistratura, a volte, sembra più interessata a fare politica che a fare giustizia. E questo è un pericolo gravissimo per la nostra democrazia. La libertà di espressione è uno dei pilastri fondamentali della nostra società. E non può essere messa in discussione ogni volta che un politico dice qualcosa che non piace a qualcuno.
La Meloni ha già annunciato che si difenderà con tutte le sue forze. E ha ragione. Perché la libertà di espressione è un diritto di tutti, anche di chi la pensa diversamente da noi.
Di fronte all'ennesimo attacco alla democrazia, non possiamo rimanere indifferenti. Dobbiamo difendere la libertà di espressione, perché è un valore troppo importante per la nostra società.