Bari-Pisa: un viaggio che diventa un'Odissea




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Cari amici viaggiatori, preparatevi ad ascoltare una storia che vi lascerà a bocca aperta. Non è il solito racconto di un viaggio in treno, ma un'epopea ricca di imprevisti, amori e corse contro il tempo. Tranquilli, non mancheranno anche qualche risata e tanta umanità.

Tutto ebbe inizio una mattina d'estate, mentre attendevo il treno alla stazione di Bari Centrale. Con i miei bagagli in mano e una trepidazione mista ad emozione, osservavo il tabellone delle partenze. L'ansia saliva, perché il mio treno era in ritardo di un'ora. "Pazienza", mi dissi, "succedono anche queste cose".

Ma poi, un'altra ora. E poi un'altra ancora. La stazione cominciò a svuotarsi, mentre io rimanevo lì, tenace come un samurai. Finalmente, dopo tre ore di attesa, arrivò il mio treno. Esausto, salii a bordo e mi sedetti su un posto libero.

Non avevo fatto in tempo a chiudere gli occhi che il treno si fermò di colpo. Un annuncio informou i passeggeri che a causa di un guasto, saremmo rimasti fermi per altre due ore. "Ma siamo maledetti!", pensai tra me e me.

Così, oltre ad aver perso tre ore in stazione, ne persi altre due sul treno. Intanto, il sole calava e la stanchezza si faceva sentire. Quando finalmente ripartii, erano passate le otto di sera. Guardavo fuori dal finestrino, osservando il paesaggio che scorreva veloce. E proprio allora, lo vidi.

Sul binario accanto al nostro c'era un altro treno, diretto a Pisa. Pensate che anche quello fosse in ritardo? Beh, no. Quel treno era in orario.

Un'idea folgorante mi attraversò la mente: "Perché non scendo e prendo quell'altro treno? Arriverei a Pisa prima!" Detto fatto, mi alzai e corsi verso il binario accanto. Quando vidi il controllore, gli dissi che mi ero sbagliato e che volevo prendere il treno per Pisa. Lui, con uno sguardo di compatimento, mi fece passare.

E così, finalmente, dopo tre ore di ritardo e una corsa folle, arrivai a Pisa. Ero stanco, affamato e infreddolito, ma felice. Avevo vinto la mia Odissea ferroviaria.

Ma la mia storia non finisce qui. Durante il viaggio, ho incontrato una ragazza che mi ha aiutato a passare il tempo con le sue chiacchiere e i suoi sorrisi. Ci siamo scambiati i numeri e abbiamo iniziato a scriverci. Chi lo sa, magari un giorno tornerò a Pisa per incontrarla.

Cari amici viaggiatori, ricordate che anche nei viaggi più lunghi e imprevedibili, può sempre nascondersi un'avventura o un amore inaspettato. Quindi, non arrendetevi mai, non smettete mai di credere nei vostri sogni e soprattutto... non arrivate in ritardo alla stazione!