Ciò che non si dice quando si parla di sordità: il punto di vista di un'audioprotesista




Tra i tanti dogmi che circondano la sordità, vorrei sottolineare questo: l’interlocutore deve sempre usare una voce più alta quando parla con un non udente. Sbagliato.
Mi spiace sfatare un mito, ma l’intensità del suono non c’entra con la percezione di una parola. Ad esempio, anche a me, che non presento problemi uditivi, non interessano le urla di un bambino capriccioso che vuole un gelato Divino.
Il fatto è che l’altezza di un suono (ovvero la componente del suono che ci permette di distinguerne la natura, come ad esempio una nota musicale da un rumore) è ciò che rappresenta un vero problema per la percezione della parola per chi ha un deficit uditivo, ma non solo.
Chi è ipoacusico non riesce a sentire tutte le frequenze, quindi ci si concentra sull’enunciazione delle parole, che è il modo in cui vengono emesse i suoni.
Di fatto, quando parliamo, creiamo due tipi di suoni:
  • Consonanti che sono quei suoni che non si possono prolungare nel tempo e sono la spina nel fianco per chi ha difficoltà a sentire.
  • Vocali che, invece, possono essere allungate nel tempo.
Quello che l’audioprotesista fa non è solo consigliare l’apparecchio acustico più adatto a ciascun caso, ma è soprattutto insegnare una serie di tecniche per migliorare la propria comprensione.
Una di queste tecniche è quella di esagerare la pronuncia delle consonanti. Questo non vuol dire gridare, ma rafforzare i suoni utilizzando la bocca e le labbra.
Un’altra tecnica è quella di parlare più lentamente e con pause tra le parole. Questo ci permette di dare al cervello il tempo di elaborare le informazioni uditive ricevute.
Un’ulteriore tecnica è quella di mettere in risalto le parole chiave di una conversazione. Questo ci permette di dare al cervello un indizio sul contesto della conversazione, il che facilita la comprensione.
Tuttavia, è importante ricordare che la persona ipoacusica ha un ruolo attivo nella propria comprensione. Anche se il vostro interlocutore utilizza tutte le tecniche di comunicazione sopra elencate, è importante che si concentri, che faccia domande se non capisce e che, soprattutto, non si arrenda.
La sordità non è una barriera insuperabile, è una condizione che può essere gestita con successo attraverso l’uso di apparecchi acustici e di tecniche di comunicazione adeguate.
Il mio obiettivo come audioprotesista è quello di aiutare le persone con difficoltà uditive a raggiungere il loro pieno potenziale di comunicazione. Vorrei che tutti sapessero che la sordità non è una condanna, ma una condizione che può essere gestita con successo con gli strumenti giusti e il giusto atteggiamento.