Courtois, il gigante buono della porta del Real Madrid, l'uomo che ha fatto dimenticare Keylor Navas, l'eroe della Champions League. Eppure, nonostante le sue grandi parate, Courtois rimane una figura enigmatica, un gigante che non c'è.
Perché Courtois è un gigante? Fisicamente, è uno dei portieri più alti del mondo, con i suoi 199 cm di altezza che gli permettono di dominare l'area di rigore. Ma la sua altezza non è solo una questione di misure: è anche una questione di presenza. Quando Courtois scende in campo, diventa un muro invalicabile, una figura imponente che incute timore agli avversari.
Eppure, nonostante le sue qualità fisiche e tecniche, Courtois rimane un gigante che non c'è. E non c'è perché, nonostante le sue parate decisive, non ha mai conquistato il cuore dei tifosi del Real Madrid. Forse perché è arrivato dopo Navas, l'eroe della Décima, la Decima Champions League vinta dalle merengues. Forse perché il suo carattere un po' introverso non lo ha mai reso davvero un beniamino della folla.
Ma Courtois non è solo un gigante che non c'è fisicamente. È anche un gigante che non c'è psicologicamente. Nonostante la sua altezza, non è mai riuscito a diventare un vero leader della squadra. Nonostante le sue parate, non è mai riuscito a dare sicurezza alla difesa. E nonostante la sua esperienza, non è mai riuscito a imporre la sua personalità.
E così, Courtois rimane un gigante che non c'è. Un portiere che fa il suo dovere, ma che non riesce a diventare un simbolo. Un giocatore che vince trofei, ma che non riesce a entrare nel cuore dei tifosi. Un gigante che, nonostante tutto, rimane un'ombra.
Ma forse, Courtois non è un gigante che non c'è. Forse è semplicemente un gigante diverso. Un gigante che non ha bisogno di essere un leader, un gigante che non ha bisogno di essere un simbolo. Un gigante che fa il suo dovere, e che lo fa bene. Un gigante che, alla fine, è l'unico gigante che conta.