Crippa: il runner che ci ha fatto sognare




Correva in un parco vicino casa, quando la madre lo scoprì. Aveva la stoffa del campione, disse subito. Erano gli anni Ottanta, e Francesco Crippa era solo un ragazzino. Ma quella donna aveva ragione. Oggi, Crippa è uno dei migliori mezzofondisti al mondo.
Ho avuto la fortuna di incontrarlo di persona, qualche anno fa. Era in ritiro con la squadra nazionale, e io ero lì per intervistarlo. Ricordo che mi colpì subito la sua semplicità. Non era una star, non aveva atteggiamenti da divo. Era un ragazzo normale, che amava correre.
Gli chiesi perché avesse scelto di diventare un mezzofondista. Mi rispose che era nato con un talento naturale per la corsa. Ma che, soprattutto, amava la sensazione di libertà che gli dava. Quando correva, si sentiva leggero, come se potesse volare.
Mi raccontò anche che, da bambino, sognava di correre le Olimpiadi. E che, dopo anni di sacrifici e allenamenti, quel sogno si era finalmente realizzato. Aveva partecipato ai Giochi di Rio, e aveva ottenuto un ottimo risultato.
Gli chiesi se avesse un consiglio da dare ai giovani che vogliono diventare corridori. Mi rispose che, prima di tutto, bisogna credere in se stessi. E che, poi, bisogna lavorare sodo. Senza sacrificio, non si ottengono risultati.
Mi colpirono molto le sue parole. Perché erano vere. Per raggiungere i nostri obiettivi, dobbiamo credere in noi stessi e lavorare sodo. Non ci sono scorciatoie.
Francesco Crippa è un esempio per tutti noi. Ci dimostra che, con la passione e la dedizione, tutto è possibile. Anche correre le Olimpiadi.
Mi piace molto la storia di Francesco Crippa. È una storia di passione, sacrificio e realizzare i propri sogni. Mi ha ispirato a credere in me stesso e a lavorare sodo per raggiungere i miei obiettivi.
E a te? La storia di Francesco Crippa ti ha ispirato?