Gökhan Inler, il mediano che ha lasciato il segno




"Ci sono calciatori che passano inosservati sul campo e altri che, pur non essendo delle superstar, riescono a lasciare un segno indelebile. Gökhan Inler è uno di questi.
Svizzero di origini turche, Inler è stato un mediano capace di unire quantità e qualità. Dotato di un'ottima visione di gioco e di una notevole abilità nel palleggio, era un vero e proprio regista davanti alla difesa. Ma non era solo questo a renderlo speciale: era anche un giocatore infaticabile, che non si risparmiava mai e che dava sempre il massimo in campo.
Nato a Olten, in Svizzera, il 27 giugno 1984, Inler ha mosso i primi passi nel calcio nelle giovanili del Basilea. Nel 2005, a soli 21 anni, si trasferisce al Zurigo, dove si afferma come uno dei migliori mediani del campionato svizzero. Le sue prestazioni non passano inosservate, e nel 2007 viene acquistato dal Napoli, che all'epoca militava in Serie B.
Con gli azzurri, Inler disputa due stagioni ad alto livello, e dimostra tutta la sua versatilità giocando sia da mediano che da difensore centrale. Nel 2009, poi, arriva la chiamata dell'Udinese, che lo acquista per 10 milioni di euro.
Con i friulani, Inler vive la sua stagione migliore. Diventato ormai un perno insostituibile della squadra, contribuisce alla qualificazione dell'Udinese alla Champions League. Le sue prestazioni gli valgono anche la convocazione in Nazionale svizzera, con cui partecipa agli Europei del 2008 e del 2012.
Nel 2012, Inler viene acquistato dal Napoli, dove torna da leader. Con gli azzurri, vince la Coppa Italia nel 2014 e la Supercoppa italiana nel 2015. Nel 2016, poi, passa al Leicester City, che lo acquista per 8 milioni di sterline.
In Inghilterra, Inler non trova molto spazio, ma contribuisce comunque alla vittoria del Leicester City in Premier League nel 2016. Nel 2017, poi, si trasferisce al Basilea, dove chiude la sua carriera nel 2020.
Gökhan Inler è stato un mediano di grande qualità, che ha lasciato un segno indelebile nel calcio svizzero e italiano. Non è mai stato una superstar, ma è stato un giocatore fondamentale per le squadre in cui ha militato. È un esempio per tutti coloro che credono che il talento non sia tutto e che con impegno e dedizione si può raggiungere qualsiasi obiettivo."