Gault Millau, la prestigiosa guida di ristoranti, ha pubblicata la sua classifica 2023, mettendo in luce i migliori ristoranti italiani. La guida, che assegna punteggi da 1 a 20, ha premiato numerosi locali in tutta Italia, riconoscendo l'eccellenza e la creatività dei nostri chef.
Quest'anno, il ristorante Piazza Duomo di Alba, guidato dallo chef Enrico Crippa, è stato insignito del massimo punteggio, 20/20. Crippa, già premiato con tre stelle Michelin, è noto per la sua cucina innovativa e raffinata, che unisce tradizione e sperimentazione.
Al secondo posto, con 19,5/20, si classifica il ristorante Le Calandre di Rubano, guidato dallo chef Massimiliano Alajmo. La cucina di Alajmo è caratterizzata da un mix di sapori veneti e internazionali, con un'attenzione particolare alla materia prima e alla stagionalità.
Tra le sorprese della classifica, c'è il ristorante Contraste di Milano, che guadagna 3 punti rispetto all'anno scorso e si posiziona al terzo posto con 19/20. Lo chef Matias Perdomo delizia i suoi ospiti con una cucina d'avanguardia che mescola tradizione e innovazione.
Anche il ristorante Uliassi di Senigallia fa un salto in avanti, salendo da 16,5/20 a 18/20. Lo chef Mauro Uliassi, conosciuto per la sua cucina di mare, valorizza i sapori del territorio con creatività e rispetto per la materia prima.
Tra i nuovi ingressi nella classifica, segnaliamo il ristorante Casa Format di Roma, che ottiene subito 17/20. Lo chef Francesco Apreda propone una cucina contemporanea con influenze internazionali, concentrandosi sulla qualità degli ingredienti.
Tra le conferme, invece, spicca il ristorante Da Vittorio a Brusaporto, che mantiene il suo punteggio di 19/20. La famiglia Cerea, al timone del locale da oltre cinquant'anni, continua a deliziare gli ospiti con la sua cucina tradizionale e raffinata.
La classifica di Gault Millau è un punto di riferimento per gli appassionati di gastronomia, che si affidano ai punteggi della guida per scoprire i migliori ristoranti italiani e vivere esperienze culinarie indimenticabili.
Articolo a cura della redazione di Gault Millau Italia