Il Giappone, situato su una delle fasce sismiche più attive del mondo, è stato colpito da numerosi tsunami, alcuni dei quali hanno causato enormi danni e perdite di vite umane. Uno degli tsunami più devastanti nella storia del Giappone è stato quello del 2011, che ha colpito la costa nord-orientale del paese, causando oltre 18.000 morti e lasciando migliaia di sfollati.
I terremoti sottomarini sono la causa principale degli tsunami in Giappone. Quando si verifica un terremoto sottomarino, il fondale marino si sposta improvvisamente, causando lo spostamento di una grande quantità d'acqua. Questa massa d'acqua in movimento crea un'onda che viaggia verso la terraferma. Quando l'onda raggiunge la costa, può sollevarsi fino a raggiungere altezze enormi, causando inondazioni e danni diffusi.
Il Giappone ha adottato numerose misure per ridurre gli effetti degli tsunami. Queste misure includono la costruzione di barriere marine, sistemi di allarme precoce e programmi di educazione pubblica. Tuttavia, anche con queste misure in atto, il Giappone rimane vulnerabile agli tsunami. Sismologi e scienziati stanno lavorando costantemente per migliorare i sistemi di previsione e allerta per mitigare gli effetti devastanti degli tsunami in futuro.
Lo tsunami del 2011 è stato un tragico promemoria della potenza della natura e del potenziale di distruzione che può causare. Il Giappone continua a lavorare per ricostruire e recuperare da questo disastro e per migliorare le sue misure di preparazione agli tsunami in futuro.