Giulia Ottorini: una voice to the voiceless





La giovane cantante e attivista, da anni impegnata in prima linea per i diritti umani, ci racconta la sua storia e le sue passioni.

Ciao Giulia, raccontaci un po' di te e del tuo percorso.

Sono nata e cresciuta a Roma, ma le mie radici sono toscane. Ho sempre avuto una grande passione per la musica, che ho iniziato a studiare da piccola. Dopo il liceo, mi sono trasferita a Londra per frequentare la Royal Academy of Music. Lì ho avuto la fortuna di incontrare artisti provenienti da tutto il mondo e di confrontarmi con culture diverse.

Durante il mio percorso di studi, ho sviluppato una crescente consapevolezza delle ingiustizie e delle discriminazioni che affliggono molte persone nel mondo. Ho iniziato a impegnarmi in attività di volontariato e a sostenere cause sociali. Nel 2015, ho partecipato alla campagna #NotInMyName, nata per denunciare l'uso della religione per giustificare la violenza e l'odio.

Come è nata la tua collaborazione con Amnesty International?

Nel 2017, ho incontrato alcuni membri di Amnesty International e sono rimasta colpita dal loro impegno per la difesa dei diritti umani. Mi hanno proposto di diventare un'artista ambassador e ho accettato con entusiasmo. Da allora, ho avuto la possibilità di collaborare con Amnesty su numerosi progetti, tra cui concerti, campagne social e visite in carcere.

Cosa ti motiva a impegnarti per i diritti umani?

Credo che tutti gli esseri umani meritino di vivere in dignità e libertà. Sono profondamente convinta che l'arte possa essere uno strumento potente per sensibilizzare l'opinione pubblica e promuovere il cambiamento sociale. Attraverso la mia musica, voglio dare voce a coloro che non hanno voce e contribuire a creare un mondo più giusto ed equo.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Continuerò a impegnarmi per i diritti umani e a utilizzare la mia voce per amplificare le storie di coloro che vengono oppressi e discriminati. Ho in programma di pubblicare un nuovo album nel 2023 e di organizzare una serie di concerti in giro per l'Europa. Inoltre, sto lavorando a un nuovo progetto teatrale che esplora il tema della violenza di genere.

Cosa consigli ai giovani che vogliono impegnarsi per il bene comune?

Non abbiate paura di usare la vostra voce. Ognuno di noi può fare la differenza, anche con piccole azioni. Informatevi sulle ingiustizie che avvengono nel mondo e impegnatevi per una causa che vi sta a cuore. Siate creativi e pensate fuori dagli schemi. Insieme, possiamo costruire un mondo migliore.