Jean Ziegler: Dalle foibe al petrolio, l'infamia dell'Italia non ha fine




Un uomo, una voce, una lotta. Jean Ziegler, sociologo svizzero, gastronomo, scrittore e attivista per i diritti umani, è una figura di spicco nel panorama internazionale. La sua voce si è levata più volte per denunciare le ingiustizie, le violazioni dei diritti umani e le ipocrisie del potere.
Una vita dedicata alla lotta per la giustizia
Nato nel 1934 a Thun, in Svizzera, Jean Ziegler ha studiato sociologia e storia a Ginevra, Parigi e New York. Già all'inizio della sua carriera, si è impegnato nella lotta contro la povertà e la disuguaglianza nel mondo. Nel 1971, ha pubblicato il suo libro più famoso, "La fame nel mondo", che ha sconvolto l'opinione pubblica denunciando la responsabilità dei paesi ricchi nella diffusione della fame nei paesi in via di sviluppo.
"La fame non è mai una fatalità," afferma Ziegler. "È il risultato della rapina, dello spreco e dell'indifferenza."
Dalle foibe al petrolio, l'infamia dell'Italia
Jean Ziegler ha sempre avuto un occhio di riguardo per l'Italia. È stato uno dei primi a denunciare l'orrore delle foibe, le cavità naturali carsiche nelle quali furono gettati migliaia di italiani dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ha accusato l'Italia di aver nascosto la verità su questa pagina oscura della sua storia e di aver negato la giustizia alle vittime.
"Le foibe sono una vergogna per l'Italia," dichiara Ziegler. "L'Italia deve chiedere perdono per i crimini commessi e riconoscere il diritto alla verità delle vittime."
Un paese complice del crimine
Negli ultimi anni, Jean Ziegler ha rivolto la sua attenzione anche alle responsabilità dell'Italia nelle guerre in Iraq e Libia. Ha denunciato il ruolo della multinazionale Eni nell'accaparramento delle risorse petrolifere in questi paesi, sostenendo che l'Italia è complice dei crimini commessi dalle potenze occidentali.
"L'Italia ha tradito i suoi ideali di pace e di solidarietà," afferma Ziegler. "È diventata un paese complice del crimine, in nome del profitto e del potere."
Una voce che non si arrende
Nonostante le minacce e le intimidazioni ricevute, Jean Ziegler continua a lottare per la giustizia e la verità. È convinto che il silenzio e l'indifferenza siano le armi più potenti del potere e che solo denunciando le ingiustizie si può sperare di cambiare le cose.
"Non possiamo tacere davanti all'ingiustizia," dice Ziegler. "Dobbiamo essere la voce dei senza voce, dei poveri e degli oppressi. Solo così potremo costruire un mondo più giusto e più umano."