La sua storia è quella di un giovane difensore belga arrivato al City nel 2008, all'alba dell'era Abu Dhabi. In una squadra piena di stelle scintillanti, Kompany è stato un punto fermo, una roccia in difesa.
La sua leadership è stata evidente fin dai primi giorni. Anche se non era il capitano, Kompany ha assunto un ruolo guida in campo. Era il generale che radunava le truppe, spingendole a dare il massimo.
Il suo famoso gol contro il Manchester United nel 2012, che ha regalato la vittoria al City in Premier League, è diventato un momento iconico. Non solo per il suo valore sportivo, ma anche perché ha rappresentato il culmine della resilienza e della determinazione del club.
Oltre alle sue abilità calcistiche, Kompany è un uomo di grande intelletto e passione. In campo era un giocatore astuto ed esperto, ma fuori dal campo era un leader premuroso e filantropico. Il suo progetto "City in the Community" ha lasciato un'impronta indelebile sulla città di Manchester.
Il suo addio al City nel 2019 è stato un momento agrodolce. Era triste vedere partire un giocatore così iconico, ma ero anche orgoglioso di ciò che aveva realizzato.
Kompany è più di un semplice capitano. È stato un giocatore, un leader e un ambasciatore. Ha incarnato i valori del Manchester City e ha lasciato un'eredità duratura nel club. La sua storia è un'ispirazione per tutti noi, un promemoria che con duro lavoro, determinazione e passione possiamo raggiungere i nostri sogni.
Ora che Kompany è tornato al City come allenatore, sono entusiasta di vedere cosa può ottenere. Sono sicuro che continuerà a ispirare giocatori e tifosi, guidando il club verso un futuro ancora più luminoso.