Nato a Genova nel 1798 da una famiglia benestante, Mameli fin da giovane mostrò un'intelligenza precoce e una passione per la poesia e la musica. Studiò legge all'Università di Pavia, ma presto abbandonò gli studi per dedicarsi alla causa del Risorgimento italiano.
Nel 1820, Mameli entrò a far parte della Carboneria, una società segreta che lottava per l'indipendenza e l'unità d'Italia. Partecipò attivamente ai moti del 1821, che furono repressi duramente dal governo austriaco. Mameli fu costretto a fuggire in Francia, dove conobbe altri esuli italiani e continuò a scrivere poesie e canti patriottici.
Nel 1831, Mameli tornò in Italia e si unì alla spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi. Combatté valorosamente nella battaglia di Calatafimi e nella presa di Palermo. Il 6 maggio 1849, durante l'assedio di Roma da parte delle truppe francesi, Mameli fu colpito a morte da una palla di cannone. Aveva solo 21 anni.
L'inno nazionale italiano, Il Canto degli Italiani, è stato scritto da Mameli nel 1847, su musica di Michele Novaro. È un inno potente e appassionato, che esorta gli italiani a lottare per la libertà e l'unità della patria. L'inno è diventato un simbolo dell'Italia, ed è cantato con orgoglio dagli italiani in tutto il mondo.
Manuele Mameli è stato un giovane eroe che ha sacrificato la sua vita per l'Italia. La sua poesia e il suo esempio continuano a ispirare gli italiani, ricordando loro l'importanza della libertà, dell'unità e dell'amore per la patria.
"Noi siamo da secoli calpesti, derisi, perchè non siam popolo, perchè siam divisi. Raccolgaci un'unica bandiera, una speme; di fonderci insieme già l'ora suonò."
(Manuele Mameli, Il Canto degli Italiani)