Nata a Roma nel 1964, Calandrone si diploma all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico e inizia la sua carriera come attrice. Ma è la poesia la sua vera vocazione, e nel 1999 pubblica la sua prima raccolta, Il miele del silenzio. Da allora, ha scritto numerosi libri di poesia, tra cui Così ridevano (2003), La misura del vuoto (2006) e il recentissimo Tre madri (2022).
La poesia di Calandrone è caratterizzata da un'estrema astrazione, che si traduce in versi evocativi, enigmatici e dal ritmo sincopato. Non ci sono descrizioni esplicite, ma immagini fluide e ambigue che lasciano al lettore il compito di interpretare e costruire il proprio significato.
"La mia poesia nasce dal bisogno di capire chi sono, - ha dichiarato Calandrone in un'intervista - di dare un senso al mondo che mi circonda e di trovare un linguaggio che esprima l'ineffabile."
Un tratto distintivo della scrittura di Calandrone è il rapporto con il Mediterraneo. Le sue poesie sono impregnate di profumi, colori e sapori del mare, che diventa metafora dell'esistenza umana, dell'incertezza e del viaggio."Il Mediterraneo è un paesaggio dell'anima, - scrive Calandrone - un luogo dove convivono memorie, desideri e domande senza risposta."
La poesia di Calandrone è anche profondamente femminile. Le sue poesie indagano la condizione della donna, il corpo, la maternità e la forza del legame tra madre e figlia."La donna è un essere misterioso, capace di accogliere la vita e di generare il cambiamento, - sostiene Calandrone - la sua poesia è un atto di resistenza e di affermazione di sé."
Maria Grazia Calandrone è una poetessa unica e originale, la cui scrittura ha contribuito a rinnovare la poesia italiana contemporanea. I suoi versi evocativi e misteriosi ci invitano a un viaggio interiore, alla ricerca della nostra identità e del senso profondo dell'esistenza.