Mario Draghi e la Crisi Economica Italiana




Mario Draghi è un economista ed ex banchiere italiano che ha ricoperto la carica di presidente della Banca centrale europea dal 2011 al 2019. È noto per il suo ruolo nella gestione della crisi del debito sovrano europeo, per la quale ha adottato politiche monetarie espansive, tra cui il Quantitative Easing (QE).

Draghi è nato a Roma nel 1947 e ha studiato economia all'Università di Roma "La Sapienza". Dopo la laurea ha lavorato presso la Banca d'Italia e il Ministero del Tesoro. Nel 1991 è stato nominato direttore generale del Tesoro, ruolo che ha ricoperto fino al 2001.

Nel 2001 Draghi è stato nominato vicepresidente della BCE, carica che ha ricoperto fino al 2005. Nel 2005 è stato nominato governatore della Banca d'Italia, ruolo che ha ricoperto fino al 2011. Nel 2011 Draghi è stato nominato presidente della BCE. Durante il suo mandato, ha adottato una serie di politiche monetarie espansive, tra cui il QE, per far fronte alla crisi del debito sovrano europeo.

Il QE è un programma di acquisto di attività che prevede la creazione di nuova moneta da parte della banca centrale per acquistare obbligazioni governative e di altri emittenti. L'obiettivo del QE è aumentare l'offerta di moneta e ridurre i tassi di interesse, incoraggiando così la spesa e gli investimenti.

Il QE è stato controverso, con alcuni economisti che sostenevano che avrebbe portato all'inflazione e ad altri che sostenevano che era necessario per evitare una recessione. Draghi ha difeso il QE, sostenendo che è stato efficace nel prevenire una crisi della zona euro.

Draghi si è dimesso da presidente della BCE nel 2019. Da allora ha ricoperto la carica di presidente del Global Sovereign Bond Fund, un fondo sovrano che investe in obbligazioni di governi di tutto il mondo.

Draghi è considerato uno dei più influenti economisti del mondo. È stato elogiato per la sua gestione della crisi del debito sovrano europeo e per il suo ruolo nella creazione dell'euro.