Massimo Bossetti, l'uomo dietro il delitto di Yara
Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, è stata ritrovata morta tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011, in un campo a Chignolo d'Isola.
L'autopsia ha rivelato che la ragazza è stata uccisa con 44 coltellate, inflitte con un'arma bianca.
Le indagini si sono concentrate su Massimo Bossetti, un muratore di Mapello, che è stato arrestato il 16 giugno 2014.
Bossetti è stato condannato in primo grado all'ergastolo il 1 luglio 2016, poi confermato in appello il 17 luglio 2017 e in Cassazione il 12 ottobre 2018.
Il processo è stato caratterizzato da una serie di polemiche e colpi di scena, tra cui la scoperta di un Dna ignoto sul corpo della vittima, che non è mai stato identificato.
Il profilo di Massimo Bossetti
Massimo Bossetti è nato il 23 aprile 1970 a Clusone, in provincia di Bergamo.
È un muratore di professione e vive a Mapello, un paese vicino a Brembate di Sopra.
È sposato e ha tre figli.
Bossetti è stato descritto dai conoscenti come una persona tranquilla e riservata, ma anche molto possessiva e gelosa.
Le indagini e il processo
Le indagini sull'omicidio di Yara Gambirasio sono state condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bergamo.
Il Dna di Bossetti è stato trovato sugli slip della vittima, e questo è stato l'elemento chiave che ha portato al suo arresto.
Bossetti ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nell'omicidio, ma le prove contro di lui sono schiaccianti.
Il processo si è svolto presso la Corte d'Assise di Bergamo, ed è stato caratterizzato da una serie di polemiche e colpi di scena.
Durante il processo, sono state sollevate alcune perplessità sulla validità delle prove del Dna, ma la Corte ha sempre respinto queste obiezioni.
La condanna all'ergastolo
Il 1 luglio 2016, Massimo Bossetti è stato condannato in primo grado all'ergastolo.
La sentenza è stata confermata in appello il 17 luglio 2017 e in Cassazione il 12 ottobre 2018.
Bossetti sta attualmente scontando la sua condanna nel carcere di Opera, a Milano.
Le polemiche e i colpi di scena del processo
Il processo sull'omicidio di Yara Gambirasio è stato caratterizzato da una serie di polemiche e colpi di scena.
Tra le polemiche più accese, c'è stata quella relativa alla scoperta di un Dna ignoto sul corpo della vittima, che non è mai stato identificato.
Anche la validità delle prove del Dna contro Bossetti è stata messa in discussione, ma la Corte ha sempre respinto queste obiezioni.
Tra i colpi di scena più clamorosi, c'è stato il suicidio di uno degli imputati, Giuseppe Guerinoni, che si è tolto la vita in carcere nel novembre 2015.
Guerinoni era stato accusato di aver partecipato all'occultamento del cadavere di Yara Gambirasio, ma non è mai stato condannato in via definitiva.
Riflessioni sul caso
Il caso di Massimo Bossetti è un caso giudiziario molto complesso e controverso.
È un caso che ha suscitato un grande interesse mediatico e che ha diviso l'opinione pubblica.
Ci sono ancora molte domande senza risposta sul caso, e la verità completa potrebbe non essere mai conosciuta.
Tuttavia, la condanna di Bossetti all'ergastolo rappresenta un passo importante verso la giustizia per Yara Gambirasio e la sua famiglia.