Nave cargo russa Ursa Major




Il mistero del relitto nel Mediterraneo

La nave cargo russa "Ursa Major" è affondata nel Mediterraneo dopo un'esplosione nella sala macchine. Due membri dell'equipaggio risultano dispersi.
Il ministero degli Esteri russo ha confermato il naufragio, avvenuto in acque internazionali tra Spagna e Algeria.
La nave trasportava mais da Rostov sul Don in Russia ad Alessandria d'Egitto.
Le autorità stanno indagando sulle cause dell'esplosione. Al momento non è chiaro se l'incidente sia stato causato da un guasto tecnico o da un atto doloso.
L'Ursa Major era una nave da carico generale costruita nel 1993. Aveva una lunghezza di 142,47 metri e una larghezza di 23,2 metri.
La nave era di proprietà della compagnia di navigazione russa Murmansk Shipping Company. Era gestita dalla compagnia di navigazione tedesca Dohle Schiffahrts-KG.
A bordo della nave c'erano 12 membri dell'equipaggio. Dieci sono stati tratti in salvo, mentre due risultano ancora dispersi.
I soccorritori stanno ancora cercando i due membri dell'equipaggio dispersi.
Il relitto della nave cargo russa "Ursa Major" è l'ultimo di una serie di incidenti che hanno coinvolto navi russe negli ultimi anni.
Nel 2019, la petroliera russa "Fesco Magadan" è affondata nel Mar Nero dopo un'esplosione.
Nel 2018, il sottomarino russo "Kursk" è affondato nel Mare di Barents, uccidendo tutti i 118 membri dell'equipaggio.
Nel 2015, il cacciatorpediniere russo "Moskva" è stato affondato nel Mar Nero da missili ucraini.
Questi incidenti sollevano interrogativi sulla sicurezza delle navi russe e sulla capacità della Russia di gestire la sua flotta.