Che Paolo Pillitteri fosse un personaggio eccentrico, lo si può capire da un episodio che lui stesso raccontava. Nei primi anni Ottanta, quando era assessore alla cultura del Comune di Milano, gli capitò di presentare un convegno sul tema "La musica e il cinema". Tra i relatori c'era anche un famoso compositore italiano, che all'improvviso interruppe la sua relazione per lanciare un appello accorato: "Dobbiamo salvare la musica italiana dall'invasione della musica straniera!".
Pillitteri, che non era certo un nazionalista, non riuscì a trattenere una risata. "Ma quale invasione?" disse. "In Italia, la musica straniera non arriva nemmeno al 10% del mercato. Il vero problema è che la nostra musica è di scarsa qualità.".
Quella risata, però, gli costò cara. Il compositore, che era anche un personaggio influente nel mondo della cultura milanese, si offese moltissimo e, da quel giorno, gli dichiarò guerra. Per anni, fece di tutto per ostacolare la sua carriera politica.
Ma Pillitteri non si perse d'animo. Continuò a fare il suo lavoro con entusiasmo e passione, e alla fine riuscì a dimostrare che aveva ragione. Negli anni Novanta, infatti, la musica italiana visse una rinascita, grazie a nuovi cantautori e a nuove tendenze musicali. E Pillitteri, che nel frattempo era diventato sindaco di Milano, fu uno dei principali artefici di quel successo.
Paolo Pillitteri era un uomo intelligente, ironico e coraggioso. Non aveva paura di esprimere le sue opinioni, anche quando erano impopolari. E aveva una grande fiducia nel futuro della sua città e del suo Paese.
Quando morì, nel 2024, all'età di 84 anni, lasciò un vuoto incolmabile nel mondo della cultura e della politica italiana. Ma la sua eredità continua a vivere, attraverso le opere che ha lasciato e attraverso le persone che ha ispirato.