Pogba




Qualcuno avrà pensato che fosse la solita intervista costruita per scacciare il fantasma del doping. E invece, ad aver parlato è stato proprio Paul Pogba in persona e forse, per una volta, ha proprio detto quello che pensa. "C'è qualcosa che non va nel calcio". E non è il doping. O, almeno, non solo il doping.

Nell'era in cui lo sport è diventato un'industria e il business si stipa prepotentemente negli spogliatoi, si vede sempre meno il campo e sempre più le interviste. “I calciatori sono diventati delle marionette e i club delle aziende con solo dei fini sociali”, ha detto il campione del mondo. E meno male, verrebbe da dire: che senso avrebbe investire miliardi per un club senza rappresentanza legale?

Ma per quanto il calcio sia vittima del business e della tecnologia, non sono solo gli interessi economici a soffocare il rettangolo verde. C'è anche la troppa attenzione su futili polemiche, che sminuiscono l'importanza del gioco del calcio: "Non si parla più di calcio, ma di gossip e scandali". E pensare che, fin dai tempi di Omero, il gossip e lo scandalo sono i motori che fanno muovere la gente. Chissà cosa farebbe Omero oggi, con Instagram e Facebook...

Ha parlato a lungo, Paul Pogba, in conferenza stampa, e ha fatto una proposta concreta: "Il Var è un ottimo strumento ma va utilizzato in modo diverso". Perché anche se viene utilizzato per minimizzare gli errori umani, a volte ne provoca di nuovi, creando nuove situazioni di dubbio sui campi di calcio. Perché, in fondo, il calcio è anche questo: un dubbio, un attimo di incertezza prima del fischio che ti fa saltare dal divano e imprecare contro l'arbitro. Ma togliete il dubbio, togliete la polemica e toglierete anche la poesia che c'è nel calcio.