La pioggia batteva forte, le gocce cadevano sul marciapiede creando piccoli cerchi che si allargavano rapidamente. Il cielo era grigio come il piombo e il vento ululava, facendo oscillare i rami degli alberi come fossero bandiere al vento. Era un tipico giorno di novembre, freddo e umido, perfetto per rannicchiarsi sul divano con una tazza di tè caldo.
Mi affrettai a raggiungere l'autobus, cercando di evitare le pozzanghere più grandi. L'autobus era affollato e puzzava di sudore e di pioggia. Mi infilai in un posto libero e mi aggrappai per evitare di cadere. L'autobus sobbalzò e partì, le ruote scivolavano sull'asfalto bagnato.
Guardai fuori dal finestrino, le luci della città lampeggiavano nella nebbia. La pioggia continuava a cadere, formando rivoli lungo il vetro. Mi sentivo stanco e sfinito, ma sapevo che dovevo continuare a lavorare. Ero un meteorologo e il mio lavoro era prevedere il tempo.
Entrai in ufficio e mi diressi verso la mia scrivania. Il mio computer era acceso e sul monitor c'era una mappa dell'Italia. Le nuvole coprivano la maggior parte del paese e c'erano alcuni fronti di pioggia che si avvicinavano da ovest. Il modello prevedeva che la pioggia sarebbe continuata per i prossimi giorni, con temperature che sarebbero rimaste basse.
Sospirai e iniziai a lavorare. Dovevo scrivere una previsione per il telegiornale serale e un articolo per il giornale. Sapevo che tante persone avrebbero fatto affidamento sulle mie previsioni e volevo assicurarmi che fossero il più accurate possibile.
Lavorai per ore, analizzando dati e osservando modelli. Alla fine, completai le mie previsioni e le inviai alla redazione. Speravo che le mie previsioni fossero corrette e che potessero aiutare le persone a prepararsi per il maltempo.
Uscii dall'ufficio e tornai alla fermata dell'autobus. La pioggia era ancora forte, ma non era più così gelida. Salì sull'autobus e guardai fuori dal finestrino. Le luci della città brillavano nell'oscurità e la pioggia creava un leggero bagliore sull'asfalto.
Mi sentivo soddisfatto del mio lavoro. Sapevo che le mie previsioni avrebbero aiutato le persone a rimanere al sicuro e questa sensazione mi riempiva di orgoglio.