Roger Moore, l'uomo che non smetteva mai di sorridere




Da «Vivienne con la V», un'appassionata di cinema che non ha paura di mostrare le sue preferenze (e le sue antipatie) in fatto di interpreti.

Lo so, è stato James Bond più longevo, il prototipo dell'agente segreto più famoso della letteratura con il suo savoir-faire, la sua eleganza e le sue battute sarcastiche. Ma a me Roger Moore faceva semplicemente ridere. E non perché non fosse un bravo attore, anzi. Lui era l'esempio di come la risata possa essere un'arma vincente.
Perché Roger Moore non era solo il classico inglese impassibile e sornione, ma aveva un modo tutto suo di sorridere che ti metteva subito di buon umore. Era come se ogni volta che lo guardavi su schermo, lui ti dicesse che andava tutto bene, che non c'era bisogno di preoccuparsi. E anche se non era vero, in quel momento ci credevi.

Ricordo la prima volta che l'ho visto, sarà stato il 1977, in «La spia che mi amava». Avevo solo 12 anni, ma mi colpì subito il suo modo di fare così rilassato, quasi annoiato. Sembrava che non gli importasse niente di quello che stava succedendo intorno a lui. Era come se fosse in una bolla, protetto dal mondo esterno. Eppure, mentre tutti gli altri correvano, sparavano e si facevano esplodere, lui riusciva sempre a mantenere la calma. Era come se avesse capito da tempo che il mondo è un posto pericoloso e che l'unico modo per sopravvivere è riderci su.

Era questo il segreto di Roger Moore, la sua capacità di farci sorridere anche nei momenti più bui. E non solo nei film, anche nella vita. Perché Roger Moore era un uomo buono, un marito e un padre affettuoso. Amava la sua famiglia, i suoi amici e il suo lavoro. E amava far ridere le persone. Nel 1991, quando gli è stato diagnosticato un cancro alla prostata, non ha perso il sorriso. Ha continuato a lavorare, ha continuato a fare battute e ha continuato a farci sorridere. È morto nel 2017, all'età di 89 anni, ma il suo sorriso continua a vivere in tutti coloro che lo hanno amato.

Grazie, Roger, per averci fatto ridere. Grazie per averci insegnato che anche nei momenti più difficili, si può sempre trovare un motivo per sorridere.


Vivienne con la V