Roma Leverkusen: amore, odio e un po' di follia




Che io sia una buongustaia, non è un mistero. Però, oltre al cibo, nutro altri grandi amori: uno di questi risponde al nome di calcio. La mia passione per questo sport è nata da bambina, quando guardavo le partite con mio padre. Ricordo ancora quel divano spelacchiato sul quale ci appollaiamo insieme, tifando a squarciagola per la nostra squadra del cuore. Inutile dire che era la Roma.
Con il passare degli anni, la mia passione non è scemata, anzi, si è rafforzata. Ho seguito i giallorossi dovunque, in Italia e in Europa. Ho vissuto insieme a loro vittorie, sconfitte e delusioni. Ho gioito per i gol di Totti e mi sono disperata per quelli subiti. Insomma, ho condiviso con la Roma tutti i miei sentimenti, dal più incondizionato amore alla più profonda disperazione.
In particolare, ricordo con affetto la partita di Champions League giocata contro il Bayer Leverkusen nel 2004. Era una sera di dicembre, e il freddo fuori dallo stadio era pungente. Io e i miei amici ci stringemmo in un abbraccio per scaldarci, mentre aspettavamo l'inizio della partita.
Lo stadio era gremito, e l'atmosfera era elettrizzante. Quando la Roma scese in campo, lo stadio esplose in un boato. I primi minuti furono di studio reciproco, ma poi la Roma cominciò a macinare gioco. Al 25' del primo tempo, Totti segnò il gol del vantaggio con un calcio di rigore. Lo stadio esplose in un'ovazione, e noi abbracciammo tutti.
Il Leverkusen non si diede per vinto, e nella ripresa riuscì a pareggiare con un gol di Schneider. La partita era sempre più accesa, e le occasioni si sprecavano da entrambe le parti. Al 90', quando ormai sembrava che si dovesse andare ai supplementari, Montella segnò il gol della vittoria.
Lo stadio esplose di gioia, e noi ci abbracciammo tutti, piangendo di felicità. Quella partita fu una delle più belle della mia vita, e rimarrà per sempre impressa nella mia mente.
Da allora, sono trascorsi molti anni, ma il mio amore per la Roma non è mai cambiato. Ho continuato a seguirla, ho tifato per lei, ho condiviso con lei gioie e dolori. E continuerò a farlo, finché avrò vita.
Perché la Roma non è solo una squadra di calcio. È una parte di me. È la mia famiglia, il mio amore, la mia vita.