Romano Floriani Mussolini: Il nipote del dittatore che sogna il calcio




Se c'è un cognome che non passa inosservato in Italia, quello è Mussolini. Un peso pesante, un'eredità ingombrante che Romano Floriani Mussolini, 21 anni, calciatore della primavera della Lazio, porta sulle spalle e nelle vene.

È il pronipote del Duce, il dittatore fascista che governò l'Italia dal 1922 al 1943 e che portò il Paese nel baratro della Seconda Guerra Mondiale. Un'eredità che, inevitabilmente, condiziona la sua vita e la sua carriera calcistica.

Romano è nato a Roma il 27 gennaio 2003. Suo padre è Mauro Floriani, un ex calciatore, mentre sua madre è Alessandra Mussolini, politica di estrema destra, europarlamentare di Fratelli d'Italia. È grazie a lei che il giovane Romano ha iniziato a giocare a calcio. "Mi ha iscritto a una squadra quando avevo cinque anni", racconta. "Inizialmente non mi piaceva, ma poi ho iniziato a divertirmi e non ho più smesso".

Cresciuto nella Lazio, Romano è un terzino destro che gioca con il numero 15. È un ragazzo talentuoso, ma è consapevole del peso del suo cognome. "So che devo fare sempre il doppio degli altri per dimostrare che non sono solo il nipote di Mussolini", dice. "Ma non mi pesa, anzi mi motiva".

Il suo sogno è quello di giocare in Serie A, ma sa che la strada è ancora lunga. "Devo continuare a lavorare sodo e a crescere", dice. "So che ho del talento, ma devo migliorarmi in tanti aspetti".

Romano è un ragazzo simpatico e disponibile, ma anche molto riservato. Non ama parlare di politica e, quando gli viene chiesto del suo bisnonno, risponde sempre con molta cautela. "Non l'ho mai conosciuto, ma so che era un uomo carismatico e intelligente", dice. "Non condivido le sue idee politiche, ma rispetto la sua storia".

Romano Floriani Mussolini è un ragazzo che vive in un'ombra ingombrante, ma che ha tutta la voglia di farsi conoscere per le sue qualità calcistiche. È un giovane pieno di talento e di sogni, che spera di realizzare un giorno lontano dall'ombra del suo bisnonno.

In bocca al lupo, Romano!