San Carlo Borromeo: L’uomo che sfidò la peste
Nella storia della Chiesa cattolica, San Carlo Borromeo occupa un posto di primo piano. Arcivescovo di Milano dal 1564 al 1584, fu uno dei protagonisti della Controriforma e un modello di virtù e di carità.
Nato ad Arona il 2 ottobre 1538, Carlo Borromeo ricevette una solida formazione culturale e spirituale. Studiò diritto canonico e civile all’Università di Pavia e, dopo la laurea, intraprese la carriera ecclesiastica.
Nel 1560 fu nominato cardinale da Papa Pio IV e nel 1564 fu eletto arcivescovo di Milano. La sua diocesi era allora in uno stato di grave crisi, sia morale che spirituale. Borromeo si dedicò con tutte le sue forze alla riforma della Chiesa ambrosiana, promuovendo la predicazione, la catechesi e la cura dei poveri.
Ma la prova più grande che Borromeo dovette affrontare fu la peste che colpì Milano nel 1576. La città fu decimata dalla malattia e Borromeo si prodigò senza risparmio nell’assistenza ai malati e ai moribondi. Organizzò ospedali, predispose misure di igiene e visitò personalmente le zone più colpite.
Borromeo fu anche un grande promotore dell’arte e della cultura. Fondò il Collegio Borromeo a Pavia, una delle più prestigiose istituzioni educative dell’epoca, e promosse la costruzione di chiese e palazzi.
Morì a Milano il 4 novembre 1584, all’età di soli 46 anni. Fu canonizzato nel 1610 da Papa Paolo V.
San Carlo Borromeo è ancora oggi venerato come un modello di fede e di carità. La sua figura è un esempio di come l’amore per Dio e per il prossimo possa superare ogni difficoltà.