"Sai che non è tutto oro quello che luccica, vero?" Questa frase mi aveva sempre irritato, perché io l'oro lo trovavo brillante e bellissimo. Ma poi ho imparato che non tutto ciò che sembra prezioso lo è davvero. E così è anche per il sangue blu, il sangue reale, quello che dovrebbe scorrere nelle vene di chi è nato per comandare.
Ho sempre pensato che la monarchia fosse una cosa antica e superata, un retaggio di un passato che non aveva più senso. Ma poi ho incontrato la principessa Vittoria e ho dovuto ricredermi. Era una donna intelligente, affascinante e piena di vita, che si prendeva cura dei suoi sudditi con amore e dedizione. E in quel momento ho capito che il sangue reale non era solo un titolo, ma anche una responsabilità.
Vittoria mi ha raccontato che essere una principessa non era sempre facile. Doveva seguire un rigido protocollo, rinunciare a un po' della sua privacy e affrontare costanti critiche da parte dei media. Ma lei non si è mai lamentata. Credeva fermamente nel suo ruolo e nel suo dovere verso il suo popolo.
Mi ha insegnato che il sangue reale non è qualcosa di cui vantarsi, ma un fardello da portare con onore. È un simbolo di unità e di speranza, e chi lo indossa deve essere pronto a sacrificarsi per il bene degli altri.
Non sono sicura se sia d'accordo con lei su tutto, ma ammiro il suo spirito e la sua dedizione. E penso che il mondo abbia bisogno di più persone come lei, che credono nel servire gli altri e che sono disposte a sacrificare i propri desideri per il bene comune.
Quindi, se mi chiedi se credo nel sangue reale, ti dirò di sì. Credo che ci siano persone che nascono con una responsabilità nei confronti degli altri, e che questa responsabilità sia sacra. E credo che Vittoria sia una di queste persone.