“Sardou è morto, lo hanno ucciso in piazza”, mi dice un amico al telefono con un tono stranamente grave. Respiro forte, ci penso un attimo e rispondo: “Chi è Sardou?”. Lui mi giura che è una notizia vera appena uscita. Io non gli credo più di tanto, anche perché se fosse vero, le news in TV ne parlerebbero. Poi però, leggendo i giornali online, leggo che Vittorio Sardou è morto nella notte. È vero. È morto sul serio.
E allora come si fa a non scrivere qualcosa per ricordarlo? Io l’ho conosciuto, l’ho visto tante volte, ci ho parlato e anche lavorato insieme. Non lo conoscevo bene, ma era un personaggio unico nel suo genere.
Era un uomo di spettacolo, un uomo di teatro come pochi. Ha scritto commedie divertenti e leggere, ma anche drammi intensi e commoventi. Era un maestro della parola, un creatore di personaggi indimenticabili. I suoi lavori sono stati rappresentati in tutto il mondo, da Broadway a Parigi a Londra, e hanno fatto ridere e piangere milioni di persone.
Ma Sardou non era solo un uomo di teatro. Era anche un uomo di cultura, un uomo di mondo. Era un grande viaggiatore, e ha visitato tutti i continenti. Era un uomo di grande curiosità, interessato a tutto quello che lo circondava. Era un uomo di grande intelligenza, e aveva una capacità di analisi fuori dal comune. Era un uomo di grande sensibilità, e sapeva capire i bisogni degli altri. Era un uomo di grande generosità, e ha aiutato tante persone in difficoltà.
Era un vero signore, un uomo d’altri tempi. Era sempre gentile, cortese, disponibile. Era sempre pronto a dare una mano, a offrire un consiglio, a fare una battuta. Era sempre di buon umore, anche nei momenti più difficili. Era sempre positivo, anche quando le cose non andavano come voleva. Era sempre ottimista, anche quando tutto sembrava perduto.
Era un uomo speciale, un uomo unico. Era un uomo che mi mancherà molto. Era un amico, era un maestro, era un esempio. Era Sardou.
Addio, Sardou. Ti ricorderò sempre.