Simone Montedoro: il bello e tenebroso dell'Isola




In una calda giornata estiva, mentre il sole si faceva largo tra le nuvole, mi ritrovai a passeggiare per le suggestive vie di Lipari, una delle perle delle Eolie. Ammiravo le case bianche abbarbicate sulla collina, il mare cristallino che lambiva la costa e i profumi inebrianti della macchia mediterranea, quando all'improvviso il mio sguardo incrociò quello di un uomo seduto su una panchina all'ombra di un gelso. I suoi occhi scuri, profondi e misteriosi, mi catturarono all'istante, ma fu il suo sorriso, un sorriso dolce e tenero, a farmi perdere il fiato.


Mi avvicinai con cautela, incuriosita e un po' intimorita da quell'aura di mistero che lo circondava. Scoprii che si chiamava Simone, Simone Montedoro, e che era un attore. Mi raccontò di aver trascorso l'infanzia e l'adolescenza proprio a Lipari, dove aveva mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo. Parlò con passione del suo lavoro, dei suoi sogni e delle sue aspirazioni, e io ascoltavo rapita dalle sue parole, incantata dalla sua voce calda e profonda.


Mentre parlavamo, il sole iniziò a calare, tingendo il cielo di sfumature arancioni e viola. L'atmosfera si fece ancora più magica e romantica, e io mi sentii sempre più attratta da quell'uomo che avevo appena conosciuto. Gli chiesi di raccontarmi qualcosa di più su di lui, e lui mi parlò della sua vita, delle sue passioni e dei suoi valori. Mi raccontò di essere un uomo semplice, genuino e legato alle sue radici. Mi parlò dell'importanza della famiglia, dell'amicizia e dell'amore.


Ascoltando le sue parole, capii che Simone Montedoro non era solo un bell'uomo, ma anche un uomo di sostanza, un uomo dai valori saldi e dal cuore buono. Mi sentivo sempre più vicina a lui, sempre più affascinata dal suo modo di essere. Passammo insieme tutta la sera, passeggiando per le vie del paese, chiacchierando e ridendo. Il tempo volava, e io non volevo che quella serata finisse mai.


Alla fine, quando fu ora di salutarci, Simone mi prese le mani e mi guardò negli occhi. "È stato un piacere conoscerti", mi disse. "Grazie per aver reso questa giornata speciale". Mi baciò sulla guancia, un bacio dolce e tenero come il suo sorriso, e poi se ne andò. Lo guardai allontanarsi, il suo fisico atletico, la sua camminata sicura, e sentii un groppo alla gola. Sapevo che non lo avrei più rivisto, ma sapevo anche che quella sera avrebbe lasciato un segno indelebile nel mio cuore.



Da allora sono passati molti anni, ma non ho mai dimenticato Simone Montedoro. Il suo ricordo vive ancora in me, come il ricordo di un sogno d'estate, di una serata magica trascorsa su un'isola incantata.