Simone Signoret: Sempre più donna




Se dici "Donna indipendente" negli anni '50, ti viene subito in mente il nome di Simone Signoret. La sua vita è stata un continuo rincorrere la libertà, in un mondo dove si viveva nella gabbia di pregiudizi e discriminazioni.
Simone Signoret, nata Simone Henriette Charlotte Kaminker, era una figlia d'arte. Suo padre, André Kaminker, era un noto giornalista ebreo, con un grande amore per la scrittura; mentre la madre, Georgette Signoret, abbandona la carriera per fare la casalinga. La piccola Simone, nata a Wiesbaden in Germania il 25 marzo 1921, trascorre un'infanzia serena insieme ai genitori e al fratello minore Jean-Pierre.
Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, la famiglia Signoret viene costretta alla fuga dalla Germania nazista. Si trasferiscono prima in Francia e poi in Inghilterra, dove Simone comincia a dare i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo. Nel 1942 fa il suo debutto cinematografico nel film "L'ultimo degli uomini" di Carol Reed. Nel frattempo, sposa il regista Yves Allégret e da questa unione nasce una figlia, Catherine.
Dopo la guerra, la carriera di Simone Signoret spicca il volo. Nel 1946 interpreta una prostituta in "La piovra" di Jacques Becker, che le vale il premio per la migliore attrice al Festival di Venezia. Negli anni successivi continua a recitare in film di successo, come "Casco d'oro" (1952) e "I diabolici" (1954), diventando una delle attrici più amate e rispettate del cinema francese.
Ma Simone Signoret non si limita a recitare. È anche una donna impegnata, che si batte per i diritti delle donne e contro l'ingiustizia sociale. Nel 1960 sposa il cantante Yves Montand e insieme diventano una coppia simbolo della sinistra francese.
Negli anni '70 e '80, Simone Signoret continua a recitare e a scrivere. Pubblica due romanzi autobiografici, "Nostalgia non è più quello di una volta" (1975) e "Addio Volodia" (1985), che riscuotono un grande successo.
Nel 1985, a 64 anni, Simone Signoret muore a Parigi per un cancro al pancreas. Lascia un'eredità artistica e umana di grande valore. È ricordata come una donna libera e indipendente, che ha sempre lottato per ciò in cui credeva.