Sorpresa: Pizol a occhi chiusi
Non so come sia possibile che io, amante della montagna, non fossi mai salita sul Pizol. Forse perché è una meta classica, ambita da tutti gli escursionisti svizzeri e non solo, e quindi la rimandavo sempre per cercare qualcosa di più nascosto.
Un bel giorno, spronata dalla mia amica Eva, mi sono decisa. E così, di buon mattino, siamo partite, senza mappe né cartine.
Arrivati alla stazione di partenza della cabinovia, abbiamo guardato il panorama e poi, con un pizzico di follia, abbiamo deciso di salire a piedi.
Il sentiero era ripido e faticoso, ma la vista del lago di Walensee e delle Alpi circostanti ci dava la forza di continuare. Eva, con la sua allegria contagiosa, mi incitava a non mollare, e io, con la mia testardaggine, mi rifiutavo di fermarmi.
Dopo un paio d'ore di salita, siamo arrivate alla stazione intermedia. Costruita dentro la roccia, è un luogo unico dove si può ammirare il paesaggio da una prospettiva diversa.
Rinfrescate da una bibita fresca, abbiamo ripreso il nostro cammino. Ora il sentiero era più dolce, e in poco tempo siamo arrivate in cima.
La vista dalla vetta del Pizol è semplicemente mozzafiato. A 360 gradi si possono ammirare le cime più alte della Svizzera, dal Säntis al Tödi, dal Grosser Mythen al Titlis.
Sulla cima c'è un ristorante dove abbiamo pranzato con gusto. Poi, dopo aver scattato qualche foto di rito, ci siamo godute il panorama ancora per un po'.
Quando è arrivato il momento di scendere, abbiamo preso la cabinovia, scelta questa volta obbligata visto il caldo e la stanchezza.
La discesa è stata un momento di relax e contemplazione. Mentre la cabina scendeva lentamente, ammiravo ancora una volta le montagne che ci avevano accompagnato durante la giornata.
Arrivati alla stazione di partenza, ci siamo sedute su una panchina a chiacchierare e a ridere. Ero felice di aver finalmente scoperto il Pizol, un luogo meraviglioso che mi ha regalato una giornata indimenticabile.
E così, ho imparato che anche le mete classiche possono riservare delle sorprese. Basta affrontarle con occhi nuovi, e magari anche con un po' di follia.