Stefano Cucchi era un geometra romano di 31 anni, morto in ospedale il 22 ottobre 2009, una settimana dopo essere stato arrestato dai Carabinieri. La sua morte è diventata un simbolo della brutalità e dell'arbitrarietà delle forze dell'ordine in Italia.
Cucchi fu arrestato la notte del 15 ottobre 2009, con l'accusa di spaccio di droga. Venne portato alla caserma dei Carabinieri di Tor Sapienza, dove fu picchiato a sangue dai militari. I referti medici parlano di "lesioni multiple", "fratture ematoma diffuse", "contusioni multiple" e "ferite lacero contuse".
Nel 2018, cinque militari furono condannati per l'omicidio colposo di Cucchi. Ma la famiglia di Stefano non si è mai arresa e continua a chiedere giustizia. Perché nessuno ha mai pagato per la morte di Cucchi. Nessuno ha pagato per la violenza e l'indifferenza con cui è stato trattato. Nessuno ha pagato per il dolore e la sofferenza che ha causato alla sua famiglia.
La storia di Stefano Cucchi è una ferita aperta per l'Italia. Una ferita che ricorda a tutti noi quanto sia fragile la nostra democrazia e quanta strada abbiamo ancora da percorrere per garantire i diritti di tutti i cittadini.