Stefano Cucchi: il dolore di una madre, la battaglia per la verità




Articolo di Ilaria Cucchi
  • Il dolore della perdita non ha età, né scadenza. Ti accompagna ogni giorno, in ogni momento, come un'ombra che non ti abbandona mai. Per me, il dolore della perdita di Stefano, mio fratello, è un dolore che mi porto dentro da 13 anni, da quel terribile ottobre del 2009.
  • Il mio Stefano, un ragazzo di 31 anni, pieno di vita e di sogni, fu arrestato per una piccola quantità di droga e morì una settimana dopo, mentre era in custodia cautelare. Le indagini e i processi successivi hanno dimostrato che Stefano fu vittima di un pestaggio brutale da parte dei carabinieri che lo avevano arrestato. Una violenza inaudita che nessuno vorrebbe mai vedere o sentire, soprattutto se perpetrata da chi dovrebbe proteggerci.
  • In questi anni, ho lottato con tutte le mie forze per ottenere giustizia per Stefano. Ho denunciato, ho scritto, ho parlato in pubblico, ho organizzato manifestazioni. Non mi sono mai arresa, perché la verità doveva emergere, per Stefano e per tutti gli altri ragazzi che hanno subito violenze e abusi da parte delle forze dell'ordine.
  • La battaglia per la verità non è stata facile. Ho dovuto affrontare calunnie, minacce, ostacoli di ogni genere. Ma non ho mollato, perché la verità era dalla nostra parte. Alla fine, la giustizia ha trionfato: due carabinieri sono stati condannati a 12 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale.
  • Però la vittoria non cancella il dolore. La ferita della perdita di Stefano non si rimarginerà mai. Ma sapere che i responsabili sono stati puniti mi dà un po' di sollievo. Mi dà la forza di continuare a lottare per gli altri, per tutti quelli che subiscono ingiustizie e violenze.
  • Il dolore della perdita di Stefano è un dolore che mi accompagnerà per sempre. Ma è anche un dolore che mi spinge a lottare per un mondo più giusto, dove le violenze e gli abusi non abbiano più posto.
Io non mollo. E non mollerò mai.