Zug 94




Il treno si fermò con uno stridio, e io scesi sulla piattaforma deserta. Era la piccola stazione di Zug, in Svizzera, e il mio viaggio era arrivato al termine.
Mi guardai intorno, sperduto e sbalordito. Non sapevo cosa stessi facendo lì, né perché. Avevo solo seguito un impulso, e ora mi trovavo in un luogo sconosciuto, lontano da casa e da tutto ciò che conoscevo.
Iniziai a camminare lungo la strada, senza una meta precisa. I paesaggi intorno a me erano bellissimi, ma non riuscivo ad apprezzarli. La mia mente era affollata di pensieri confusi e di domande senza risposta.
Dopo un po', arrivai in un piccolo villaggio. Le case erano dipinte con colori vivaci e le strade erano piene di fiori. Sembrava un posto idilliaco, ma non riuscivo a scuotermi di dosso la sensazione di disagio.
Entrai in un bar e ordinai un caffè. Il barista mi guardò con curiosità, e io gli raccontai la mia strana storia. Mi ascoltò pazientemente, poi mi sorrise e mi disse: "Non preoccuparti, troverai la tua strada".
Rimasi seduto al bar per un po', riflettendo sulle sue parole. Aveva ragione, dovevo trovare la mia strada, qualunque essa fosse.
Uscii dal bar e ripresi a camminare. Questa volta, però, mi sentivo diverso. Non ero più perso e confuso. Sapevo che dovevo seguire il mio istinto e che, alla fine, avrei trovato la mia destinazione.
Camminai per ore, finché non arrivai a un lago. Era un lago bellissimo, con acque cristalline e montagne sullo sfondo. Mi sedetti su una roccia e guardai fuori.
Mentre sedevo lì, mi sentii in pace. Tutte le mie preoccupazioni e incertezze erano scomparse. Sapevo che avevo trovato il mio posto nel mondo.
Restai lì per un po', godendomi la tranquillità del lago. Poi, mi alzai e iniziai a camminare verso casa. Sapevo che il viaggio sarebbe stato lungo e difficile, ma non avevo più paura. Sapevo che, qualunque cosa accadesse, sarei arrivato a destinazione.